Anni fa ho frequentato la Scuola delle Arti femminili di Mama Gena. No, non è una scuola di maglia, cucina e
pulizie domestiche ;-).
È una scuola su come portare il piacere nella vita di noi donne.
Grazie ad essa ho imparato a mettermi in contatto con una delle parti più profonde di me.
Ecco come è iniziato tutto.
Sono a Miami al week end di ritrovo di tutte le donne che fanno parte della comunità di Mama Gena.
Sono partita da Milano due giorni prima totalmente ignara di quello che avrei trovato e di come la mia vita sarebbe per sempre cambiata.
Sono appena uscita dalla sala dove ci sono circa 600 donne e sento il bisogno di iscrivermi al Mastery, o in altro modo detta School of Womanly Arts.
E’ due ore che piango a dirotto per l’emozione e so che voglio quello che tante di quelle donne hanno in quella sala. Voglio sentirmi a mio agio nel mio corpo, voglio sentirmi una Dea che cammina, voglio godere di ogni respiro che faccio. Non ho mai visto donne così … Donne.
Ho appena telefonato ad A., il mio amore. Lui è a Milano con i nostri due figli. Ho appena provato a spiegargli che non posso fare a meno di iscrivermi alla scuola di questa pazza ultracinquantenne e volare 5 volte a New York tra febbraio e giugno. Non so come lui abbia capito, ma ha capito. Io sinceramente non ci sto capendo molto.
Sono confusa. Sul piatto ci sono tanti giorni senza i miei amori. Tante risorse. Tante ore in aereo. Tanti viaggi. Tanto scombussolamento.
Dall’altra parte c’è questo bisogno di tutto questo. Ed è forte. Non sento qualcosa di simile da troppo tempo.
È il momento dell’iscrizione, parlo con Hann, la responsabile delle vendite di Mama Gena. Mi sta aiutando a decidere, ovviamente lei fa la commerciale quindi mi fa le domande giuste al momento giusto, ma me ne fa una che in quel momento che rivoluziona il mio modo di pensare, sentire e vedere tutto.
Quella domanda, in quel momento della mia vita ha spostato totalmente l’attenzione da fuori a dentro, dalla testa al corpo, dal: cosa faccio? È giusto? È sbagliato? Come mi organizzo? Ho abbastanza risorse?
Quella domanda ha spostato tutto al: cosa sento dentro? E soprattutto mi mette davanti a quello che io non ho mai davvero avuto, un rapporto con una delle parti più importanti del mio corpo.
Ecco la più semplice e assurda domanda del mondo:
Cosa dice la tua pussy?
Peccato che non ci fosse una candid camera, perché devo aver fatto una faccia totalmente inebetita. Perché per me è arabo o austroungarico!! Cosa accipicchia significa Chiedi alla tua pussy? Perché, io, te lo giuro, ci ho provato a chiedere alla mia vulva, vagina, figa, patata, passera, chiamala come vuoi.
È che in quel momento non ho sentito assolutamente nulla. Mi sembra di essere un pò come E.T. che prova a chiamare a casa. Che numero devo fare? Che lingua devo parlare? Lì, ai piani bassi, sento solo la disconnessione.
Continua….
Tu….
Vivi Accesa
Per iniziare ti lascio in regalo una meditazione per imparare a risvegliare e sentire il tuo corpo
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